6 figure di merda dei critici musicali

Non è un segreto che tutti quanti proviamo un piacere perverso nel leggere qualche recensione tremenda ogni tanto. E, allo stesso modo, per un critico, c’è un chè di morboso nello scrivere una recensione che affondi completamente un album che disprezza. Il problema è che ogni tanto si pesta la proverbiale “merda”.
Ogni critico ha qualche recensione all’attivo, di cui oggi si pente (nonostante alcuni critici ci godano davvero tanto nello stroncare esageratamente gli album). A volte però, quando i critici sbagliano, lo fanno in modo davvero clamoroso…come queste recensioni di album, che, in tempi non sospetti, nessuno si immaginava sarebbero diventati poi dei classici. Oooops!!!

1) Led Zeppelin: insulsi e poco interessanti

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Led Zeppelin — Led Zeppelin
Critico:  John Mendelsohn di Rolling Stone

Mendelsohn dice di Robert Plant: <<E’ frivolo quanto Rod Stewart ma non è interessante nemmeno la metà di Rod.>> E il chitarrsta? <<Incapace di produrre e compositore di canzoni fiacche e scarsamente fantasiose>>.
La recensione ha fatto talmente incazzare Jimmy Page che si è rifiutato di parlare con Rolling Stones per gli anni successivi. Purtroppo per il giornale, sono diventati dei colossi. Bel colpo Mendelsohn!

La frase più cattiva: “Nel loro desiderio di sprecare il loro considerevole talento su materiale insulso, i Led Zeppelin hanno prodotto un album che ricorda tristemente “Truth” (di Jeff Beck Group). E, come il Beck Group, sono perfettamente intenzionati a creare un “two-men show” (o ancora meglio un “1 e 1/2 man show). Sembra che, anche se stanno provando a riempire il vuoto lasciato dai Cream, debbano ancora trovare un produttore (e un editore) e del materiale che sia degno della loro attenzione.>>

2) Black Sabbath: sono come i Cream…ma peggiori

blacksabbathBlack Sabbath — Black Sabbath
Critico: Lester Bangs di Rolling Stone

Pare ci fosse una sorta di fascino, su Rolling Stone degli anni ’70, nel paragonare inadeguatamente il supergruppo di Eric Clapton, i Cream, con qualsiasi band britannica..come vediamo anche in questa recensione. Bangs, dopo aver perso più di mezza recensione a paragonare in maniera infelice i Black Sabbath con i Cream, se ne esce con <<quindi, i B.S. sono come i Cream, ma peggiori>>. Uhm, certo Lester, certo.

La frase più cattiva: <<Tutto l’album è giusto un involucro – nonstante i titoli tenebrosi e qualche testo sciocco che ricorda i Vanilla Fudge che fanno una parodia di Aleister Crowley – l’album non ha nulla a che vedere con lo spiritualismo e l’occulto e non è niente di più di qualche ripetizione dei clichés dei Cream, che sembra che i musicisti abbiano imparato da un libro e che si ostinino a riproporre continuamente.>>

3) Daft Punk: succubi scimmiette mangia-formaggio

daftpunkdiscovery

Daft Punk — Discovery
Critico: Robert Christgau

Non è ancora ben chiaro il motivo per cui il critico Robert Christgau, il primo critico rock in assoluto, ce l’abbia così a morte con il duo Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, da apostrofarli come “succubi scimmiette mangia-formaggio”…fatto sta che li odia.

La frase più cattiva: <<Questi ragazzi sono così francesi che mi viene voglia di ingozzarli a forza per poi mangiare il loro fegato. I musicisti moderni, che hanno creato un asse musicale tra Detroit e Berlino potrebbero trovare, la loro starnazzante musica synth, “umanistica”. Gli stessi giovinastri che sono capaci di scuotere il culo a ritmo di dance fino a collassare. Ma l’umorismo Yankee è un po’ meno spirituale, quindi Dio benedica l’America e “One more time” non è altro che una noiosa novità statunitense….Per come la vediamo qui ci sono cose molto più interessanti nel nuovo fottuto lavoro di Jadakiss.>>
Signor Christgau, lei è molto educato e per nulla razzista.

4) Radiohead: non sono bravi quanto i Pink Floyd

ok-computerRadiohead — OK Computer
Critico: Robert Christgau…ancora

Si potrebbe fare un articolo intero sull’inutilità delle recensioni di Christgau, ma nell’interesse della diversità, ci limitiamo ad un altro solo esempio del suo talento, non solo nel non comprendere il senso degli album, ma anche nel volersi tappare gli occhi a tutti i costi mettendo il suo amore per i Pink Floyd davanti a tutto. Ha definito il capolavoro dei Radiohead come “Album Cilecca del Mese” nel 1997..perchè non gli piaceva quanto Wish You Were Here dei Pink Floyd. Ok…nonno.

La frase più cattiva: <<La loro idea di soul è Bono, che imitano in continuazione, rischiando di sembrare ancora più ridicoli di quello che già sono>>. Oh, questa è da Oscar! Mi faccio una maglietta!!!!

5) Lou Reed: un disastro che fa venire voglia di suicidarsi

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Lou Reed — Berlin
Critico: Stephen Davis di Rolling Stone

Ok, ancora Rolling Stone. Ma questa merita particolarmente perchè  il critico si sente personalmente offeso a dover ascoltare Berlin. Lo definisce un <<disastro che induce l’ascoltatore in uno stato di confusione e paranoia, schizofrenia, degrado e fa venire voglia di drogarsi, compiere violenze e suicidarsi>>. Però non spiega il perchè… 😦

La frase più cattiva: <<Ci sono certi dischi che sono così palesemente offensivi che uno desidera vendicarsi fisicamente sull’artista che glieli ha propinati>>. Gentile!

 

 

6) The Rolling Stones: quattro facciate della stessa canzone

rolling_stones_exile_on_main_street_2000_retail_cd-frontThe Rolling Stones — Exile on Main Street
Critico: Lenny Kaye di Rolling Stone

Oh, Lenny Kaye. Sarai anche un gran chitarrista e uno scrittore decente, ma con questa hai proprio pisciato fuori!

La frase più cattiva: <<Exile On Main Street è la stessa canzone ripetuta per 4 facciate del disco, in tutte le varianti che lo spazio su vinile consentisse e, se da un lato prova la costanza del gruppo, dall’altro ti lascia con un senso di insoddisfazione. Io sostengo che gli album della maturazione dei Rolling Stones debbano ancora venire e magari se aprissero un po’ i loro orizzonti (tipo, con due mesi on the road), forse ce la potrebbero fare>>.

 

E tu cosa ne pensi??
Hai mai ricevuto qualche recensione clamorosamente sbagliata?
Ma soprattutto….le recensioni negative..le pubblichi o le nascondi?? Rispondi commentando qui sotto, siamo davvero curiosi!

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8 comments

  1. Il problema della critica rock, fondamentalmente, è che prende in esame un genere il cui fondatore (anche se non è solo merito di Chuck Berry) è ancora in vita. Per arrivare ad una storiografia più o meno oggettiva della musica medievale ci sono voluti i manuali dell’ottocento (quelli antecedenti, anche se esistenti, non avevano i mezzi né la prospettiva storica per poter costruire una critica quasi-oggettiva), credo che prima di riuscire a criticare il novecento in tutte le sue declinazioni ci vorrà un po’ di tempo. Intanto il critico però si deve esprimere in qualche modo e ci prova, delle volte pisciando non fuori dal vaso ma proprio fuori dalla finestra che dà sul cortile. Pazienza. Il problema a mio avviso è più nella ricerca di una coerenza.

    Mi spiego, o almeno ci provo, un critico coerente ti aiuta molto più di un critico estremamente abile a leggere la qualità di un album a livello super-oggettivo, perché un critico coerente persegue una sua idea (in questo caso di rock) per cui un 5 ai Radiohead piuttosto che un 9 hanno valori assolutamente differenti ma perfettamente comprensibili. È vero, come dicono gli Lo Stato Sociale, che non si capisce un cazzo di quello che i critici nostrani scrivono, proprio perché al di là della forma c’è un grosso problema di sostanza, e per me non è nelle capacità dei critici in sé ma proprio nella coerenza nel giudicare.

    Bangs stroncando i Sabbath a suo tempo fece benissimo a mio avviso. Non perché i Sabbath non siano stati importanti per la storia del rock, anche perché poi abbiamo visto tutti come è andata a finire no? Ma ha fatto bene perché perfettamente coerente con la sua linea di giudizio verso la musica rock, per cui chi lo conosce e si riconosce nei suoi gusti musicali li può saltare a piè pari, mentre chi lo conosce ma detesta quegli stessi gusti sa che troverà un prodotto che potenzialmente può piacergli ma con dei difetti, forse, e che starà a lui comprendere quanto siano oggettivi. Poi, ovviamente, c’è la storia.

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  2. personalmente i critici al 90% ( e son buono ) li appenderei tutti per le 00 …pochissimi s’intendono di musica e men che meno hanno minimamente ascoltato 2 soli secondi di tracce del disco lp cd o quant’altro stiano recensendo (LASCIAMO PERDERE POI QUELLA RIVISTA DI SASSI RUTILANTI ) lo si evince benissimo solo dal fatto di non distinguere un genere dall’altro ….il critico non deve recensire secondo i suoi gusti quindi soggettivamente ma oggettivamente capendo anche a che pubblico un genere o un disco e’ dedicato ….cosa che per diversi motivi quasi tutti di marketing dettati da questa o qella label
    non e’ mai stata fatta …..io seguo il rock progressivo da che avevo 13 anni ( genere praticamente bistrattato in Italia nonostante gruppi come la PFM IL BANCO DEL MUTUO SOCCORSO NEW TROLLS GLI AREA ECC ECC ) ho ascoltato e ascolto di tutto e sempre faccio una cernita e un’analisi sia oggettiva che soggettiva di quello che ascolto specialmente della musica che prediligo e anche nella fuffa trovo sempre del buono e proprio quando mi ricredo su opinioni probabilmente affrettate riesco ad apprezzare di piu’ il lavoro musicale …..
    Lo facessero pure sti cavolo di critici …..ma perche’ ci hanno tolto DOC di Arbore …..??

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  3. Articolo divertente e lenitivo per chi sta ricevendo le prime critiche all’album di debutto, e come prevedibile non son tutte rose e fiori! Noi siamo in fase di “rielaborazione del dolore” (ahahahaha) ed effettiva analisi di quanto ci viene a volte “vomitato” in faccia, fortunatamente ci sono anche molti che apprezzano e sottolineano aspetti positivi del nostro sudatissimo lavoro! Molte le valutazioni estremamente soggettive, che posso comprendere ma rimangono tali e non propriamente utili a chi legge, ma essere oggettivi è difficilissimo. La cosa per ora che mi diverte è che nessuno sia ancora riuscito a paragonarci a qualcosa di esistente, sarà un buono o un cattivissimo segno? Grazie per l’articolo 😉

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  4. Articolo scorrevole e divertente da leggere. Ma preferisco queste recensioni alla gran parte di quelle che si vedono circolare. Quasi tutte mediocri nel giudizio e nella scrittura. 6 su 10 o tre stelle su cinque per chiunque, indistintamente. Un critico musicale che si rispetti credo che debba prendersi delle responsabilità, soprattutto quando è ora di stroncare e meglio ancora se si tratta di grandi nomi. Perchè parallelamente a quelle citate qui ci sono le clamorose figure grame di chi negli anni ha incensato dischi inutili che si sono lasciati dimenticare dopo un paio d’ore.

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  5. premesso che chi vede questi album come capolavori assoluti dovrebbe ampliare un attimo i propri orizzonti culturali, premesso anche che personalmente non apprezzo i critici musicali dato che solitamente hanno formazione spocchiosamente accademica… ma in generale dissento sui toni e sui termini, ma in linea di massima darei lo stesso giudizio complessivo su quasi tutti gli album di cui sopra… se poi per voi fare una critica ad un album è “una figura di merda” solo perchè quello stesso album ha stravenduto dischi, allora la figura di merda l’avete appena fatta voi…

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  6. Credo che un capolavoro non si possa definire solo in termini di gusti personali ma anche di impatto sul pubblico e di innovazione del genere. E non puoi negare che tutti questi 6 album, ognuno a modo proprio abbiano portato innovazione ed enorme riscontro di pubblico. Credo inoltre che un critico, oltre a dare il proprio giudizio personale (di cui di solito non mi frega nulla perchè è il giudizio di UNA sola persona) dovrebbe essere bravo nell’intuire se il disco possa o meno avere riscontro di pubblico. E in questo caso si sono effettivamente sbagliati. Quindi non capisco che figura di merda abbiamo fatto noi esprimendo il nostro parere..

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