9 cose che ogni musicista dovrebbe sapere sul fonico

soundguy

Anche se trascorri un casino di tempo in sala prove a perfezionare il tuo sound, non servirà a nulla se poi verrà fuori tutto distorto dalle casse dell’impianto. Tutti i soldi spesi per i nuovi pedali, ampli, chitarre e corde non serviranno a nulla se il mix di questi elementi sarà pessimo.
Il fonico (o tecnico del suono) è il componente più importante del tuo show, quello a cui la maggior parte delle bands non pensa neppure. Lui volendo può mandarti a puttane il suono se vuole (veramente pochi fonici sono comunque in grado di farti suonare bene se fai schifo).
Quindi devi imparare come relazionarti con i fonici e renderli parte del tuo team per quella porzione di tempo che trascorrà con voi.
Nove semplici cose:

1) Impara il suo nome
La prima cosa che dovresti fare è presentarti al fonico quando arrivi. Stringigli la mano, guardalo negli occhi e presentatevi. Ricordati il suo nome – è probabile che tu debba usarlo molte volte durante la serata e probabilmente anche al microfono durante lo show. Se inizi a trattarlo con rispetto dall’inizio, probabilmente ricambierà la gentilezza.

2) Rispetta il suo udito
Tutti i fonici sono orgogliosi delle loro capacità di mixing. Indipendentemente da che musica si ascoltino in macchina, sono convinti di saper mixare al meglio ogni genere. A parte questo, a molti fonici farà piacere sapere come preferisci il suono generale della tua band. Non aver paura di indicargli anche solo qualche dettaglio o concetti generali sulla tua idea di suono (“dovrebbe sentirsi come un massaggio delicato alla schiena” o “ci piace che le voci siano molto alte” oppure “ci piace tenere tutti i microfoni della voce allo stesso volume per amalgamare meglio le armonia” o ancora “aggiungi un tot di riverbero sul cantante, ma tieni pulito il violino”). Apprezzerà sapere cosa ti aspetti da lui. E’ bene o male un musicista anche lui, quindi trattalo come tale – con rispetto. Conosce il linguaggio tecnico – non aver paura ad usarlo.

3) Non iniziare a suonare finchè non è pronto
Prepara tutta la tua roba ma non iniziare a suonare la chitarra  o la batteria finchè tutti i microfoni non sono piazzati e lui è dietro al mixer. Iniziare a fare casino mentre sta ancora sistemando i microfoni sicuramente lo farà incazzare e darà fastidio al suo orecchio. Arriva al locale abbastanza presto per il soundcheck così avrai un sacco di tempo per sentire come suona la stanza e tirare le pelli della batteria.

4) Forniscigli la lista degli strumenti che necessitano microfonazione
Se hai bisogno di più di 5 canali stampa una lista accurata e aggiornata di tutti gli input (canali che ti servono)…scrivi insomma tutti gli strumenti che necessitano microfonazione. Una piantina del palco può essere davvero utile specie se è un palco complesso con molti strumenti. Invia tramite email lo stage plan e la lista della strumentazione con dovuto anticipo. Il buon fonico avrà preparato già tutto prima del tuo arrivo (almeno ,questo succede di solito nei grandi locali). Se sei un un piccolo club dove puoi fare sì e no il check, allora stampa la lista e consegnala al fonico la sera stessa prima del concerto.
Esempio:
Channel 1 – Kick Drum mic
Channel 2 – Snare Drum mic
Channel 3 – Hi Hat mic
Channel 4 – Tom 1 mic
Channel 5 – Tom 2 mic
Channel 6 – Drums Overhead mic
Channel 7 – Bass Amp DI (up stage right)
Channel 8 – Guitar Amp mic (up stage left)
Channel 9 – Fiddle DI (stage right)
Channel 10 – Acoustic DI (center)
Channel 11 – Keyboard DI (stereo-L) DI (stage left)
Channel 12 – Keyboard DI (stereo-R)DI (stage left)
Channel 13 – (lead) Vocal mic (center)
Channel 14 – Vocal mic (stage left)
Channel 15 – Vocal mic (stage right)
Channel 16 – Tracks DI

263593247_8062f332e9_zChiamalo “Hey, tu, fonico!” se vuoi farlo davvero incazzare.

5) Come insultare il fonico
Chiamalo “Hey, tu, fonico!” se vuoi davvero farlo incazzare. Sai il suo nome, usalo. O chiedigli ancora come si chiama se te lo sei dimenticato. Non dirgli che il suono generale è fiacco o fa cagare. Tutto è soggettivo. Potrebbe non essere come piace a te, ma è ovviamente quello che piace a lui.E di solito lui ha MOLTA più esperienza di mix di te. Quindi specifica bene dall’inizio quello che vuoi e non vuoi, oppure stai zitto.

6) Conosci la tua strumentazione 
Decidi come vuoi equalizzate le voci in modo da poterglielo dire. Potresti dire “mi togli un po’ di alte nella voce?”…al posto di “La voce è così tagliente che mi fa male alle orecchie”. Dovresti conoscere alla perfezione come funziona la tua strumentazione così se qualcosa non funziona incolpi il fonico solo in ultimo. Incolpare da subito il fonico è il modo più facile per farlo incazzare.

7) Lui è parte del locale
Il fonico, il barista, l’organizzatore, quello che strappa i biglietti all’ingresso e i camerieri sono colleghi. Proprio come tu e i tuoi compagni di band. Escono assieme, hanno cene di lavoro, vanno al bar assieme e parlano. Se fai lo stronzo col barista, lo dirà al fonico che potrebbe decidere di incasinarti la serata apposta. O semplicemente non fare nessuno sforzo per te stasera.

8) Tutti vogliono un ottimo show
Che tu ci creda o meno, il tuo fonico vuole suonare al meglio quanto te. Rendigli semplice il lavoro presentandoti preparato e non svogliato e cazzone. Lui in teoria ha preparato la sua roba, vedi di aver preparato anche al tua. Il palco non è il posto per gli esperimenti “proviamo e vediamo come va”….quella è la sala prove. Arriva già preparato.

9) La gobba (o se preferisci…la scimmia)
Ci sono fonici là fuori (a tutti è capitato di lavorarci assieme) che sembra che abbiamo una gobba (o se preferisci una scimmia gigante) sulla schiena dal momento in cui entrano nel locale in poi. Questi tizi sono tipicamente vecchiotti, musicisti falliti, che hanno lavorato in quel locale per decenni. Sono induriti da anni di lavoro con musicisti di merda che non solo fanno schifo, ma che si credono anche rockstars e che credono che il fonico sia un contadino e, come tale, lo trattano.  Non potrai essere capace di cambiare la loro visione della vita, ma trattali con rispetto e dignità dall’inizio e potrebbero illuminarsi quel tanto che basta da fare qualche sforzo per fare un bel lavoro.

Nonostante non ci sia bisogno di dirlo, usa la regola d’oro: se tratti il tuo fonico come ti piacerebbe essere trattato e lavori CON LUI (non contro di lui) per creare un grande show – probabilmente è quello che otterrai.

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Originale di Ari Herstand pubblicato il 6 gennaio 2014 su http://www.digitalmusicnews.com/

Traduzione a cura di Rossella Pivanti

40 comments

  1. Rispettare per essere rispettati. Partiamo dall’idea che il tecnico del suono può pure essere laureato in Italia o all’estero, ormai spesso il diploma é requisito minimo.. E magari pure diplomato al conservatorio in pianoforte. Ne conosco parecchi. E di studenti concertisti ne ho e ne ho avuti.. Se il mix é una merda a volte dipende dal fonico o dall’acustica o da casse di m…a…ma il piú delle volte dipende dalle prove fatte all’ultimo momento perché chi suona arriva in ritardo. A volte tutti i fattori assieme. Conosco fonici grandi musicisti che suonano in dischi impensabili e viceversa. Il segreto per lavorare insieme e mettere da parte l’ego e comunicare. Nulla di piú, nulla di meno. Il nervosismo c’é, ma non deve compromettere la performance o la comunicazione. Invece dico ai fonici che diventate vergognosi quando tenete la birra vicino al mixer o ci girate durante i concerti, festeggiate prima che tutto sia finito, grande aria di sicurezza ma non sapete nemmeno che bere cambia la percezione del suono! Davvero poco professionali. Fanno bene a cazziarvi, avete proprio l’aria di quelli a cui non frega nulla. E li nei bar dovete rimanere!!!

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  2. Una cosa sola deve sapere il fonico sui musicisti : Quelli senza fonico suonano lo stesso. I fonici senza musicisti si fanno le pippe!!! e questo vale anche per i DJ

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    1. @bruno trucco tu invece dovresti sapere solo che nei palchi VERI senza fonici non suona nemmeno il tuo di dietro mentre scorreggi 😉 e altra cosa.. la maggior parte della musica che tu ascolti e ami tanto, e’ finta 😉 fatta da strumenti virtuali, quindi suonati solo dal ‘fonico’ o tecnico del caso, proprio senza nessun musicista 😉

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    2. @Bruno – Suonano in garage, vorrai dire.

      @Patrick – Sono d’accordo, si beve solo alla fine o non si beve affatto. Non è un lavoro che va d’accordo con l’alcool. Certo che i chitarristi e i bassisti che spippolano per tutto il concerto con la manopola master del loro ampli non sono da meno però!

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    3. Ma poi non viene in mente al fonico di turno che se lavora in un locale in cui suonano gruppi di disgraziati “che si credono rockstar” (e che quindi evidentemente non lo sono) forse, ma dico forse, non é che anche lui sia a un livello di professionalità tale da potersi permettere di fare l’arrogante? Soprattutto se é un “musicista fallito” come nell’ultimo punto…ma poi “presentarsi al fonico”…sí, e al barista, al buttafuori, al parcheggiatore…ma per piacere…che uno pensi a fare il lavoro per cui é stipendiato e stia meno a ciarlare, manco un neurochirurgo se la spaccia così…

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  3. certo caro Bruno Trucco….prova tu a farti sentire magari con la tua chitarrina e un ampli da 100 watt in uno stadio gremito di persone !!!!!! Certamente i musicisti che suonano da strapazzo e solo nella loro cantinetta non hanno bisogno di fonici…!!!!!!!!…Un consiglio, se diventi un bravo musicista o cantante e vai a suonare in uno stadio, non fare incazzare il fonico !!!! meglio se ci fai amicizia e collabori !!!!! otterrai sicuramente risultati migliori del previsto…Ciaooooo e studia !!!!!!!!

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  4. Mah: a volte i fonici non capiscono un cazzo, con tutte le buone maniere e la professionalità che un musicista possa adoperare nel relazionarsi.

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    1. @Luca – Ci sono quelli che non capiscono un cazzo è vero, come è vero che in qualunque mestiere esiste l’incompetente di turno, ma generalmente è più facile trovare un musicista che ti viene a chiedere se hai una corda per il basso che un tecnico che sbagli a settare i microfoni. Se è vero che ognuno deve fare il proprio mestiere, come dice il buon dez più sopra, è anche vero che i musicisti devono cominciare a studiare un po’ di più e a prendere più a cuore quella che per loro dovrebbe essere la passione di una vita.
      Se vuoi (userò un tu generico d’ora in avanti) fare musica le regole sono molte e devi includerci anche il fare a botte (gnoseologicamente parlando) con chi ti mette in condizione di suonare, perché è vero che prima di tutto ci vuole il locale, ma senza chi ti microfona e ti fa uscire dal mixer, tu il tuo gruppo te lo puoi dare sui maroni. Quindi, poche ciance e magari studiate qualcosa in più da tecnico, piuttosto che solo come eseguire una pentatonica senza sgarri, che comincerai a capire anche tu un punto di vista decisamente più interessante del solito “che ampli posso comprare per il mio basso?” (ti svelo una cosa: se non lo compri risparmi solo soldi e live suoni anche meglio).

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  5. Sempre avuto rispetto per tutti, compresi ovviamente i fonici. Però in 35 anni di musica dal vivo mi è toccato constatare spesso tre cose per i fonici, e due per i musicisti
    1) Se non sono ragazzi sono spesso mezzi sordi alle alte frequenze, immagino sia un’ovvia malattia professionale, ma non è un problema da poco
    2) Se sono ragazzi hanno magari attrezzature micidiali ma raramente le sanno usare
    3) NON hanno fatto quasi mai specifica scuola; questo non capita all’estero – le poche volte che ci sono stato, non sono una star. Il problema si aggrava terribilmente quando si suonano strumenti acustici, vero mistero doloroso dei fonici italici.
    Ne conosco di bravissimi e di pessimi. I bravi sono bravi sempre; i pessimi, pessimi sempre, segno che più che di esperienza è un problema di sciatteria.
    Poi per i musicisti:
    1)esagerano con questo e quello in spia. L’orecchio si adatta comunque dopo alcuni minuti e quasi sempre il lunghissimo lavoro di alza-e-abbassa produce solo un casino micidiale. Questo è uno dei motivi per cui i fonici tendono a simpatizzare con me, non gli rompo le palle tre quarti d’ora, nove su dieci gli dico “è ok” e paziento…
    2) I cantanti fanno perder le ore e la pazienza: spia spia delle mie brame, chi è il più grande cantante del reame? 🙂

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  6. a leggere alcuni commenti sembra ci sia una guerra in corso….io ho iniziato a cercare di vivere di musica qualche anno fa e penso di aver visto parecchie cose nel tempo…ma quello che posso dire di vedere da alcuni anni è questo : si inizia a suonare uno strumento e dopo 1 – forse 2 – anni si smette di andare a lezione perché ci si accontenta di quello che si è – circa – imparato… dopodiché si pensa in media a quale ampli o strumento comprare e a come vestirsi…si ascoltano solo dischi – possibilmente in mp3 – che suonano forte ( se poi suonino bene è relativo ) e ci si preoccupa poco o nulla di studiare i brani che si dovrebbero suonare con il proprio gruppo, men che meno in prossimità di concerti od esibizioni…vogliamo parlare dell’accordatura ? meglio di no !!! ma il fatto che ritengo più grave è che ci si preoccupa di andare a vedere il concerto del proprio beniamino – magari allo stadio o in grandi locali o palazzetti – ma non si frequentano i locali sul territorio in cui si vive dove si fa musica dal vivo…manca la curiosità e soprattutto la voglia/necessità di confrontarsi con chi è al proprio livello – o magari un po’ più su ma senza essere dei big…
    Ebbene sì ! faccio parte della categoria tanto odiata dei fonici – ma ho iniziato a suonare il pianoforte a 6 anni ed ho continuato a studiare fino a 20 circa…
    quali sono i musicisti che si pongono meno bene nei confronti dei locali e dei fonici ? indovina indovinello gli italiani !!!!!
    chi suona dovrebbe stare spalla a spalla con musicisti stranieri per qualche tempo per imparare come ci si comporta su un palco e nei confronti di coloro con i quali si interagisce quando si prepara un concerto : FARE OGNUNO IL PROPRIO MESTIERE E CERCARE DI FARLO BENE E SERIAMENTE….
    P.S. : non bevo, non fumo, non mi atteggio…insomma sono uno di quei fonici che cercano di no darsi troppe arie e farsi vedere….la ritengo una cosa stupida e che non ha nulla a che fare con il mio lavoro, che amo….

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  7. Tutti bei discorsi, che lasciano il tempo che trova. Come in tutte le cose esistono due tipi di persone, con le loro variazioni. Le persone a posto, e gli stronzi. Capita di trovare musicisti che sono a posto ed altri che sono orribili stronzi. a capita di trovare fonici a posto (=umili, competenti, proattivi, ironici, collaborativi) ed altri decisamente stronzi (= gi unici a conoscenza della reale realtà delle cose, incompetenti, che ti ostacolano, antipatici, obesi, e così via). Io faccio parte della schiera dei musicisti e cerco di comportarmi da persona a posto. Mi capita di trovare fonici altrettanto a posto, ed allora è un gusto fare musica assieme, e mi è capitato di avere a che fare con fonici stronzi, e non ho bei ricordi. Poi a volte faccio lo stronzo anch’io, ed allora è giusto che tutti, musicisti, pubblico, fonici e gestori, mi mandino a cagare.
    Buona musica a tutti….

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  8. ottimo suggerimento in linea di massima che di base si dovrebbe sempre applicare anche con quei tecnici obesi flaccidi fancazzisti lassisti menefreghisti dalla mentalita’ impiegatizia giusto solo per mettersi sempre dalla parte della ragione e solo allora a ragion veduta eventualmente staccare per i suddetti un bel biglietto di sola andata per un bel vaffa …
    il fonico o tecnico del suono che dir si voglia dovrebbe esser sempre l’elemento fisso del gruppo professionalmente parlando poi se si vuol fare le cose un tanto al tocco o perche’ nel nostro paese tutto quello che e’ arte nonostante siamo a detta di molti la culla della stessa sia reputato una perdita di tempo ..ci si accontenta di quello che si trova ……maaa l’arte di saper improvvisare ???

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  9. Racconto solo un aneddoto. Anni fa lavoravo nelle sale prove della capitale, sale belle e tecnicamente ineccepibili (non fosse altro che il mio capo era davvero un maniaco, ogni singolo cavo era testato ogni fine settimana ed ogni ampli era controllato periodicamente da lui stesso). Ogni giorno c’era qualche borioso musicista, si fa per dire, che entrava nel mio ufficio incazzati come una bestia perché l’ampli a suo dire non funzionava. Le cause erano i loro jack della pedaliera che non funzionavano, infilavano il jack in una mandata o da qualche altro buco. .. ed ultima una volta un tizio inferocito non aveva alzato il volume del suo strumento. Forse aveva spippettato prima della prova e naturalmente la colpa era mia che nella sua visione del mondo ero un povero cristo. Studiate e se volete suonate con strumenti elettrici imparate ad usare anche quelli, noi fonico lo sappiamo fare.

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  10. Ritengo che il fonico sia uno “strumento”.
    Ognuno di noi ha una propria sonorità. I musicisti e/o cantanti, per formare un gruppo, si scelgono, a pari capacità, in base al patos, all’interpretazione, al soul. Se tutte le persone avessero lo stesso orecchio non esiterebbereo 10 100 1000 marche e modelli di chitarre, bassi, batterie………..
    Allo stesso modo, io fonico assieme ad un amico fonico, usciamo dal negozio con due modelli di casse diverse. A me piace il suono della X e a lui il suono della Y.
    Quindi quando realizzo l’impianto ho già dato la mia impronta al concerto. Quello sono io. E non è modificabile. Ti aggiungo e/o tolgo il delay, il riverbero, ti aumento i bassi e tolgo un pò di medi …..faccio quello che vuoi……ma come da una Fender non uscirà mai il suono di una Gibson….da me, potrebbe, non uscire mai il suono perfetto per te.
    Concludendo cari musicisti e/o cantanti …..scegliete il vostro fonico (come uno strumento)
    Preferisco che mi venga detto che le nostre sonorità non sono compatibili, piuttosto che romperci le scatole a vicenda. Non mi offendo. Non è una critica che ricevo. Mi offendete se mi chiedete di essere l’estensione del vostro orecchio. Io sono io.

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